E' un oggetto sferico di materiale cristallino più o meno trasparente (cristalli artificiali o spesso cristalli di rocca, ovvero quarzi ialini) e può essere pieno o, molto più raramente, cavo. Può essere anche di vetro, e in questi casi si preferisce chiamarlo palla di vetro o sfera di vetro.
A seconda delle dimensioni e della consistenza dell'oggetto, anziché "palla" o "sfera" si può trovare scritto anche "globo", "boccia", "bolla" e così via.
L'uso di oggetti di materiale trasparente a scopi magici o divinatori è praticato fin dall'antichità ed è comune a diverse civiltà; tuttavia sembra che l'uso di oggetti trasparenti di forma sferica risalga solo all'alto Medio Evo, se non più tardi.
Nella tomba del re dei Franchi Childerico I, vissuto nel V secolo, fu ritrovato un globo di berillo trasparente del diametro di 3,8 cm; da questo ritrovamento nacque la leggenda che il re lo utilizzasse per predire il futuro. L'oggetto è simile ad altri globi che furono in seguito trovati in tombe del periodo merovingio (in Francia) e sassone (in Inghilterra), alcuni dei quali completi di una montatura che fa pensare a un oggetto ornamentale. Tuttavia è stato fatto notare che tali montature sono identiche a quelle di altri globi usati per la magia o la divinazione; quindi è possibile, anche se non è certo, che questi globi di cristallo fossero usati per la cristallomanzia.
La prima notizia storicamente documentata riguarda dunque il matematico e occultista britannico John Dee, il quale sostenne di aver ricevuto una sfera di cristallo da un angelo il 21 novembre del 1582 e di averla usata in seguito più volte per mettersi in collegamento con gli angeli, assistito dal medium Edward Kelley. La pietra di berillo che probabilmente fu usata da Dee ha un diametro di 6 cm ed è oggi conservata al British Museum insieme con i supporti, finemente lavorati, sui quali la appoggiava durante le sue pratiche.
Altre due sfere di cristallo contemporanee di Dee sono conservate una nel Museo di Storia della Scienza di Oxford e l'altra nel Museo della Scienza di Londra; entrambe furono usate, dai rispettivi proprietari, anche come strumento diagnostico in ambito medico. Insieme alla seconda sfera è conservato anche il manoscritto con le istruzioni per l'uso.
Al berillo furono in seguito preferiti il quarzo ialino e il vetro in quanto materiali perfettamente trasparenti.
Gli antropologi Andrew Lang e Ada Goodrich-Freer nel XIX secolo condussero numerosi esperimenti sulla cristalloscopia utilizzando palle di vetro, oltre a studiare approfonditamente la storia mondiale delle tecniche di cristalloscopia. Fu la Goodrich-Freer a scoprire che i globi di cristallo più antichi, compresa la pietra di Dee, erano in berillo e non in quarzo come erroneamente si era ritenuto fino a quel momento.
La sfera di cristallo è usata in diversi modi da diversi praticanti e per diverse finalità.
La finalità più comune è quella di ricavarne visioni o immagini di vario tipo le quali, secondo ciò che i praticanti riferiscono, possono formarsi sia all'interno della sfera, sia sulla superficie della stessa, sia altrove. Le visioni possono riguardare avvenimenti passati o luoghi lontani, oppure possono essere predizioni o presagi sul futuro, oppure possono essere immagini di tipo simbolico che dovranno essere interpretate secondo le abilità e le conoscenze del praticante o dell'eventuale destinatario del messaggio simbolico.
Altri praticanti usano la sfera di cristallo per mettersi in collegamento con persone defunte o con entità soprannaturali, in quanto credono che le caratteristiche dell'oggetto possano facilitare la comunicazione; il praticante può percepire l'immagine del defunto o dell'entità come pure non percepire alcuna immagine durante il collegamento.
In ambito magico o religioso la sfera deve essere consacrata tramite rituali più o meno complessi prima di poter produrre il suo effetto.
Il collegamento tra il praticante e la sfera di cristallo può avvenire tramite la vista, ossia il praticante guarda l'oggetto, tramite il tatto, ossia il praticante tocca l'oggetto spesso restando in contatto con esso, o tramite entrambi i sensi. Quando la usa per ottenere una visione, il praticante generalmente la fissa intensamente finché le immagini non cominciano a formarsi e non distoglie lo sguardo finché le immagini non spariscono.
Per favorire la formazione delle immagini, alcuni praticanti la avvicinano a una parete scura oppure la avvolgono in un panno nero, altri prediligono le ore della luce del giorno e in particolare l'alba, ma esistono anche altre tecniche.
Alcuni praticanti cadono in stato di trance durante l'uso della sfera mentre altri praticanti restano coscienti.
Al di fuori dell'ambito religioso, in cui il praticante crede che le immagini abbiano un'origine soprannaturale, sono state avanzate diverse ipotesi sull'origine delle visioni nella sfera di cristallo.
Il primo, nel XVI secolo, fu il medico e alchimista Paracelso, il quale riteneva, secondo le conoscenze dell'epoca, che la struttura della sfera di cristallo potesse interagire con ciò che egli chiamava il magnes microcosmi ossia il magnetismo umano e provocare le visioni.
Nel XIX secolo l'antropologa Ada Goodrich-Freer ipotizzò che le immagini che i praticanti raccontano di vedere fossero allucinazioni le cui origini possono essere:
memorie provenienti dal subconscio;
oggettivazioni di idee o immagini, a livello conscio o inconscio;
immagini che la studiosa non esclude che possano essere chiaroveggenze o percezioni extrasensoriali.
La Goodrich-Freer conclude dicendo che le immagini di quest'ultimo tipo sono di scarsa rilevanza.
Al giorno d'oggi, la possibilità che il praticante possa ricevere immagini dell'ultimo tipo è ancora controversa; gli studiosi concordano sull'origine soggettiva della maggior parte, se non di tutte, le visioni, le quali potrebbero essere indotte da uno stato di leggera trance.
Anche se la divinazione con la sfera di cristallo, il più antico e praticato metodo di divinazione del mondo, può apparire molto complesso, in realtà non lo è; per poter utilizzare questo metodo occorrerà avere una predisposizione naturale e tanta pazienza. Questa arte chiamata cristallomanzia è molto antica; già in epoca faraonica in Egitto, si ricorreva alla lettura di sfere di cristallo, e delle acque tranquille. E’ noto che la tecnica della lettura della sfera di cristallo nasce dagli oracoli dell’acqua.
Per poter praticare questa arte occorre una palla di cristallo, o in sua mancanza un recipiente sferico, ad esempio un acquario, di vetro, che va riempito d’acqua sino all’orlo.
E’ poi necessario trovare un ambiente in cui nessuno possa darvi fastidio, poco illuminato ma non necessariamente buio, come comunemente si crede, un tavolo e un telo di colore nero. Per continuare, occorrerà riporre il telo nero sul tavolo, che servirà da appoggio alla sfera; l’ideale è che venga posta a circa 30 cm sotto la nostra vista, ed infine intorno alla sfera, da sinistra verso destra delle candele.
Accendete le candele e riducete al minimo la luce all’interno della stanza. Per eseguire questa pratica in modo corretto, dovete rilassarvi, chiudere gli occhi, respirare profondamente e lentamente per alcuni minuti. Nell’aprire gli occhi, osservate solo il centro della sfera. Non importa quello che vedete, l’importante è che gli occhi si abituino ad osservare. Sempre continuando a guardare la palla, sbattendo le palpebre in modo normale, collocate le mani intorno, senza però toccarla, ma percorrendola con lo sguardo nella sua totalità.
In essa non si vedranno delle immagini in movimento, ma si potranno contemplare solo luci o ombre, poi con la pratica sarà possibile vedere figure geometriche o numeri. Con il trascorrere del tempo ed esercitandosi si potranno avere risposte sotto forma di simboli, la cosa fondamentale è essere rilassati, osservare la palla, in questa maniera sarà possibile ottenere delle visioni semplici. Quando raggiungerete la perfetta concentrazione, sarà giunto il momento di formulare la domanda, ad alta voce; attendete qualche secondo e poi guardando fisso il centro della sfera riformulatela domanda. Dovrete tenere in considerazione solo ciò che vedete, senza parlare, ma semplicemente tenendo a mente l’informazione, in modo da poterla interpretare correttamente in un secondo momento con la calma necessaria.
La sua lettura è un metodo di chiaroveggenza popolare ma molto efficace già nell’antico Egitto. Si dice che per evocare il cristallo non occorrano dei reali poteri di preveggenza, perché niente attraversa il cristallo; la sfera di cristallo è solo uno strumento. La persona allenata può vedere colori, immagini indefinite, simboli o veli. Viene prodotta un’astrazione del tempo, e ciò che si vede nel cristallo potrebbe essere accaduto nel passato, nel presente o nel futuro; quasi sempre si vedono le cose nella dimensione naturale.
Per imparare a leggerla ci si deve armare di pazienza e tenacia. Possono passare delle settimane prima che appaiano le prime immagini. Ecco alcuni consigli:
La stanza dove viene praticata la sua lettura deve essere illuminata debolmente con la luce naturale o artificiale o con una candela in modo che la luce provenga dalle spalle del veggente. La stanza deve essere calda e silenziosa. La sfera deve avere le dimensioni di almeno 5 cm, perfettamente pulita e posizionata sopra un telo nero. Si può magnetizzare passando le mani sopra la palla. Il proprietario è l’unico che la può toccare.
Il veggente inizia a fissare l’interno della palla; rimanendo passivo e concentrato senza però avvertire stanchezza. E’ necessario avere tanta pazienza. Secondo la sensibilità del veggente appariranno per prime delle nuvole, dei colori o dei veli ondeggianti. Con il tempo appariranno figure, persone o oggetti confusi. Non è necessario forzare la visione e attendere che appaiano delle immagini più chiare. L’interpretazione delle immagini dipende dal veggente secondo il suo codice personale.
La sfera di cristallo è un magnifico strumento che permette di vedere con chiarezza eventi passati, presenti e futuri.
Utilizzare una sfera di cristallo per scopi divinatori è ideale per tutte le persone sensitive che desiderano canalizzare in modo adeguato le proprie capacità di chiaroveggenza. Chi appunto possiede queste capacità potrà raggiungere il proprio scopo senza tante difficoltà perché il suo utilizzo non è così difficoltoso come potrebbe sembrare a prima vista: le cose di fondamentale importanza sono la pratica e la fede.
E’ necessaria una palla intagliata di un buon cristallo, non molto grande ma di almeno quattro centimetri di diametro. La dimensione più comune va dai dieci ai quindici centimetri di diametro. La sfera solitamente si inserisce in un supporto di metallo o altro materiale resistente, ma può essere sostenuta con una mano. In questo caso è opportuno allontanarsi dalla persona che richiede il consulto in modo da evitare che si rifletta in essa.
Non eseguire questa pratica dopo aver mangiato ed evitare gli alcolici. Se prima della sessione ci si è esercitati all’aria aperta, molto probabilmente sarete più ispirati.
La temperatura ambiente e l’illuminazione sono molto importanti. E’ necessario sentirsi a proprio agio, completamente rilassati sulla sedia con la mente calma in modo da poter contemplare la sfera di cristallo, con una luce adeguata. Tradizionalmente si considerava che la luce della luna fosse la fonte ideale di illuminazione, però la cosa più importante è la forma mentale con la quale si va ad eseguire il consulto.
Il tavolo dove si esegue il consulto deve essere coperto da una tovaglia di lino bianco o in sua mancanza qualsiasi altro panno di tela bianca opaca. La tradizione dice che quando non è utilizzata, la sfera venga coperta da un telo di velluto nero, mentre quando viene utilizzata che venga avvolta da un telo di seta nera in modo da evitare riflessi.
Se vi piacciono le cerimonie, potete effettuare tutta una serie di cose che possono aiutarvi a “visualizzare”. Prima di collocare la sfera sul tavolo potete disegnare uncerchio magicoepoi collocare un recipiente di bronzo con del fuoco, o spruzzare qualche goccia di profumo di acacia (il più indicato per favorire l’induzione, ma va bene qualsiasi altra fragranza).
A seguire potete recitare una preghiera, fare un’invocazione o utilizzare qualsiasi formula magica. Si consiglia l’utilizzo di candele, incensi, profumi o altri utensili, ma nella pratica sono meno importanti rispetto al silenzio dell’ambiente in cui realizzatela divinazione. Quantopiù è semplice la decorazione della stanza, più riuscirete a concentrarvi.
Riscaldate la sfera avvicinandola al fuoco o sfregandola su i vestiti. Poi posizionatela sulla base ( è indispensabile uno sfondo scuro).
Proiettate la mente all’interno del cristallo e non sulla sua superficie. Aspettate con calma che appaia un immagine. Fissate lo sguardo sulla palla cercando di non sbattere troppo le palpebre ma senza affaticare la vista.
Ora concentratevi in ciò che dovete decifrare. Non scoraggiatevi se non vedete niente. All’inizio non è semplice avere successo. Esercitatevi giornalmente alla stessa ora per sessioni di cinque minuti. Aumentate gradatamente il tempo sino ad arrivare a mezz’ora.
Nei momenti che precedono l’apparizione di un’immagine, avrete l’impressione che la palla diventi torbida e di un colore grigio lattiginoso; è questo il momento di dire la prima cosa che vi viene in mente. Respirate lentamente e profondamente mentre osservate con attenzione all’interno del cristallo. All’inizio vedrete immagini sconnesse, come dei sogni, che a poco a poco acquisiranno un senso e saretei in grado di interpretarle.
Una volta terminato, conservate la sfera e non fartela utilizzare a nessun’altro all’infuori di voi. La sfera non può essere toccata nemmeno da chi richiede il consulto durante la divinazione.
Lavate spesso la sfera con acqua e sapone. Se è particolarmente sporca perché è stata toccata da altre persone, lavatela di nuovo con acqua e alcol, o ancora meglio immergetela per dieci minuti in una soluzione di acqua e aceto. Sciacquatela delicatamente e asciugatela con un panno morbido, abbiatene cura.
Nel linguaggio comune si usano frasi che richiamano l'oggetto in senso ironico o comico. Esempi sono: "aspetta che prendo la sfera di cristallo" oppure "non ho la sfera di cristallo", si usano per indicare l'impossibilità oggettiva di prevedere un evento o il futuro da parte di una persona, essi costituiscono risposte che insinuano che la domanda posta è palesemente al di là della conoscenza di chi dovrebbe rispondere.
Non si usa per giocare a calcio perchè si rompe.
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