lunedì 13 luglio 2015

FANTASMI : IMMAGINAZIONE O REALTA'?



Il fantasma è un tipico personaggio della letteratura fantastica e dell'orrore. Un esempio celebre si trova nell'Amleto di William Shakespeare. Nei racconti gotici e horror i fantasmi infestano di frequente vecchi castelli o antiche magioni. In molti racconti per bambini il fantasma può assumere un ruolo positivo.
Per spiegare le testimonianze riguardanti l'apparizione di un fantasma sono state avanzate varie ipotesi sulla sua possibile natura, la maggior parte delle quali non ha una base scientifica.

La scienza sottolinea come non vi sia alcuna prova dell'esistenza del soprannaturale e di una forma di vita ultraterrena; tali concetti sono privi di fondamento razionale, empirico e sperimentale; ovvero, restano semplice oggetto di fede o credenza.

Frequentissime nella storia del paranormale sono state le vere e proprie frodi escogitate per svariati interessi, in particolare per ciò che riguarda le apparizioni dei fantasmi. Sono numerosi, ad esempio, i medium che si sono vantati della capacità di produrre materializzazioni di ectoplasmi, durante le proprie sedute medianiche, ma nessuno di questi sensitivi è stato in realtà in grado di produrre una prova oggettiva della natura soprannaturale di questi "fantasmi" (in molti casi è stato invece dimostrato trattarsi di garze, veli e altre sostanze del tutto naturali).

Anche le apparizioni documentate fotograficamente, oppure connotate da varie forme di interazione fra fantasmi e oggetti circostanti (ad es. spostamento di oggetti, rumori notturni ecc.), sono state spesso correlate, e successivamente spiegate, all'intenzione di determinati soggetti di attirare l'attenzione dei media e del pubblico su particolari luoghi, località o situazioni, per es. a scopi turistici o commerciali, o per interessi del tutto individuali.

Il 29 giugno del 1970 anche l’alpinista Reinhold Messner ha avuto un’esperienza mistica: raccontando la sua discesa dalla cima del Nanga Parbat con il fratello, mentre erano congelati, esausti e affamati di ossigeno, ha detto di aver visto “improvvisamente un terzo alpinista con noi, pochi passi dietro di me, sulla destra, appena fuori dal mio campo visivo”. Storie come questa sono state riportate innumerevoli volte dagli esploratori, nonché da persone rimaste vedove, ma anche da pazienti affetti da disturbi neurologici o psichiatrici: descrivono una presenza invisibile simile a un angelo custode, o a un demone, o a una persona cara persa. Un’entità inspiegabile, illusoria, ma persistente.
Il gruppo di ricerca dell’Epfl ha ora svelato la natura di questo ‘fantasma’, ricreando l’illusione di una presenza in laboratorio e fornendo anche una spiegazione: hanno dimostrato che la sensazione di una presenza è il risultato di un’alterazione dei segnali cerebrali senso-motori, che sono coinvolti nel generare la consapevolezza di sé attraverso l’integrazione di informazioni proveniente dai nostri movimenti e dalla posizione del nostro corpo nello spazio. Il lavoro è pubblicato su ‘Current Biology’.
“L’origine di questo studio – racconta Rognini – si deve a studi condotti dal professor Blanke a partire dal 2006, in cui è stato indotto il cosiddetto ‘feeling of a presence’ tramite stimolazione elettrica di una specifica parte del cervello, la giunzione parietale temporale: il paziente in questo modo riportava una presenza dietro il corpo, ma girandosi non la trovava. La cosa curiosa è che questa presenza assumeva la stessa posizione e i movimenti del paziente: se era in piedi, anche il ‘fantasma’ risultava in piedi. Se era seduto, anche la presenza ‘si accomodava’. La condivisione fra postura e movimenti con la presenza percepita già mostrava la componente senso-motoria del fenomeno”. “Ora – prosegue l’esperto – abbiamo allargato lo studio a più pazienti (12 neurologici e 48 persone sane in cui è stato usato il nostro robot per riprodurre l’illusione) e abbiamo approfondito le nostre analisi, confermando le osservazioni del 2006, suggerendo ancora una volta l’origine senso-motoria del fenomeno e ampliando la conoscenza delle regioni cerebrali coinvolte (la corteccia insulare, parietale-frontale e temporo-parietale), che hanno anche una funzione di integrare segnali motori e tattili. Il nostro obiettivo è riuscire anche ad avere risvolti terapeutici, utilizzando ad esempio versioni simili di questo robot per regolare gli eventi psicotici in malati di schizofrenia”. Non poco per chi ne soffre e per chi se ne deve prendere cura.

Nel dettaglio, gli scienziati hanno effettuato un esperimento di ‘dissonanza’ in cui i partecipanti, a occhi bendati, sono stati invitati a eseguire movimenti tenendo una mano davanti al loro corpo. Dietro di loro un dispositivo robotico riproduceva i loro movimenti, toccandoli sul retro in tempo reale. Il risultato è stata la creazione di una sorta di discrepanza spaziale, ma a causa del movimento sincronizzato del robot, il cervello del partecipante si adatta. Successivamente, i neuroscienziati hanno introdotto un ritardo temporale tra il movimento del partecipante e il tocco del robot. In questa condizione asincrona, distorcendo la percezione temporale e spaziale, i ricercatori sono arrivati a ricreare l’illusione fantasma. I partecipanti non erano a conoscenza dello scopo dell’esperimento. Dopo circa tre minuti, i ricercatori hanno chiesto loro quello che sentivano. Istintivamente, diversi soggetti hanno riportato un forte “senso di presenza”, contando fino a quattro “fantasmi”. “Per alcuni, la sensazione era così forte che hanno chiesto di interrompere l’esperimento”, dice Rognini. “Il nostro esperimento – commenta infine Blanke – ha indotto in laboratorio per la prima volta la sensazione illusoria di una presenza. Abbiamo dimostrato che può verificarsi in condizioni normali, semplicemente mettendo in conflitto i segnali sensoriali-motori. Il sistema robotico ci ha aiutato a imitare le sensazioni di alcuni pazienti affetti da disturbi mentali o di individui sani in circostanze estreme. Ciò conferma che il fenomeno è causato da una percezione alterata del proprio corpo nel cervello”.

Forse sarà successo anche a voi di avere la sensazione agghiacciante che c’è un intruso in casa specialmente durante il sonno.

Due studiosi hanno infatti analizzato  i meccanismi di questa specie di paralisi di breve durata che insorge spesso al momento del risveglio: un fenomeno, secondo l'articolo di Discovery News,  provato- almeno una volta nella vita- addirittura dal  40% della popolazione. Ma talvolta, capita anche di percepire  la presenza di un’entità non ben definita che sembra incombere minacciosa.

“La paralisi nel sonno può essere un’esperienza davvero spaventosa per alcune persone e capire cosa lo provochi realmente avrebbe effetti importanti per chi ne è colpito”, ha spiegato Baland Jalal, neuro scienziato dell’ Università della California, a San Diego, che ha condotto la ricerca.

Questa sgradevole impressione si verifica quando il soggetto si sveglia durante la fase di sonno più profonda, la cosiddetta fase REM. È il momento nel quale sogniamo. Dunque il nostro corpo è completamente rilassato, in uno stato totale di riposo:  i muscoli non rispondono ai comandi del cervello e ciò ci fa sentire come paralizzati. Spesso, questa sensazione entra nei sogni stessi. Meno chiaro, però, è  perché  alcune persone percepiscano quella presenza ostile.

Una probabile spiegazione è che sia solo un' allucinazione  prodotta dal cervello per eliminare la confusione quando si verifica  un disturbo nella regione cerebrale che contiene la mappa neurale del corpo- o del proprio Sé. È questa almeno la teoria esposta nell’articolo, scritto da Jalal e dal collega Vilayanur Ramachandran, pubblicato dalla rivista Medical Hypotheses.

Secondo i due ricercatori, in quell’area del cervello è custodita un’immagine impressa geneticamente del nostro corpo, una sorta di modello. Precedenti studi ipotizzano che tale regione si trovi nei lobi parietali, situati nella parte centrale dell’encefalo. È possibile che durante la paralisi nel sonno, i lobi parietali  mandino il comando di muoversi,  ma non rilevano alcun movimento reale negli arti, temporaneamente immobili.

Questa discrepanza creerebbe un disturbo nel modo in cui il cervello costruisce il senso dell’immagine del corpo. Secondo Jalal, l’impressione della presenza di un intruso in camera da letto sarebbe solo la proiezione della percezione del proprio corpo in una figura allucinatoria. Tuttavia, lo stesso neuro scienziato ammette che- pur essendo intrigante- questa spiegazione è molto difficile da verificare.

Nella maggioranza dei casi le potenziali allucinazioni che riguardano l'avvistamento di un fantasma sono di natura visiva ed uditiva. In altri casi è capitato di aver a che fare con testimoni che sostenevano di avere avuto anche contatto fisico e di aver sentito odori di vario tipo. In questo caso, secondo la teoria, si sarebbero verificate allucinazioni tattili e olfattive. In altri casi l'apparizione si manifesta con una sensazione di improvviso calo di temperatura.



La spiegazione si basa sul fatto che chiunque si rechi in un luogo particolare per assistere ad un'apparizione, se abbastanza convinto e suggestionato, potrebbe realmente assistere ad un'apparizione. La mente infatti, se posta sotto un forte stimolo di stress, potrebbe creare delle illusioni di vario genere, che possono essere diverse a seconda della persona.

Nei casi in cui due o più persone condividono la stessa esperienza illusoria si parla di allucinazione collettiva. Secondo alcune teorie parapsicologiche sarebbe spiegabile con il fatto che un individuo psicologicamente forte, in caso di forte stress, può trasmettere telepaticamente l'immagine che è stata registrata dal suo cervello: quest'ipotesi non ha però riscontro scientifico. L'allucinazione collettiva è spesso frutto di suggestione da parte di alcuni componenti del gruppo o della folla, che con il loro comportamento (parole, grida ecc.) finiscono per suggestionare gli altri.

La più diffusa credenza popolare vede i fantasmi come apparizione dei defunti. Questa interpretazione non ha alcun fondamento scientifico; in essa è riposta la fede, ovvero la volontà di credere, di coloro che vi aderiscono.

Credere ai fantasmi significa spesso credere che l'anima di una persona defunta possa in qualche modo riuscire a manifestarsi nel mondo terreno, non di rado per chiedere aiuto per portare a termine qualcosa che il defunto non è riuscito ad ultimare.

Facendo uso di stupefacenti si hanno allucinazioni, vedono nemici e fantasmi ovunque, si rovinano. E a volte si ammazzano, quando non ammazzano qualcun’altro perchè perdono la testa o perchè provocano un incidente stradale. Il problema più grave di queste persone è che diventano ossessive al punto di non fare vivere le persone accanto a loro.





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