La missione Kepler ha confermato l'esistenza del primo pianeta simile alla Terra per dimensioni e presente nella zona abitabile del suo sistema solare.
Kepler-452b è più grande del nostro pianeta. Il suo diametro è il 60% più grande di quello terrestre e dista dalla sua stella il 5% in più. La sua massa e la composizione non sono ancora stati determinati con precisione, ma le ricerche precedenti lasciano pensare che i pianeti di queste dimensioni possano essere rocciosi.
Finora, Kepler-452b è il più piccolo pianeta scoperto ad orbitare nella zona abitabile, quella parte del sistema solare in cui può esistere l'acqua allo stato liquido e dove le condizioni sono tali da innescare i processi che portano alla vita.
Sono incredibili a volte i rappresentanti della Scienza ufficiale:l’annuncio di Ellen Stofen, la donna a capo degli scienziati della NASA, relativo alla possibilità che nel prossimo decennio possa esserci la svolta decisiva in merito alla scoperta di vita aliena. Lo affermano, tramite una nota, i ricercatori del Centro Ufologico Mediterraneo, ing. Ennio Piccalunga e dott. Angelo Carannante. “Subito dopo aggiunge però che entro venti o trenta anni potremmo sciogliere questo dubbio, specificando di riferirsi, ovviamente, alla scoperta di eventuali microrganismi. Sempre così gli annunci NASA. Si annuncia la scoperta di acqua o di vita su Marte e poi si rinnega il tutto. Si parla di imminente scoperta di vita extraterrestre e subito dopo si smentisce sia l’imminenza, sia che si possa trattare di vita evoluta” proseguono i due ricercatori italiani.
Il telescopio spaziale Kepler, lanciato nel 2009, ha fornito un’infinità di dati ed ha scoperto forse più di 3500 esopianeti, e dico forse perché sono ancora in elaborazione i risultati definitivi di questi studi.
Ora Kepler, avendo per un guasto perduto il controllo di stabilità, è parzialmente fuori uso, ma sta per essere sostituito con strumenti di gran lunga più precisi. Per esempio l’ESA sta approntando la missione Cheops, tesa non a scoprire nuovi mondi ma a studiare molto da vicino quelli già scoperti da Kepler. In più Cheops raccoglierà le informazioni per preparare la strada al futuro, prossimo telescopio spaziale James Webb che entro il 2018 sarà posto in orbita intorno alla Terra in un punto Lagrangiano tipo L2, nel cono d’ombra del nostro pianeta, a circa un milione e mezzo di chilometri. Protetto dalla luce del Sole potrà scrutare là dove nessuno (umano) ha mai osato prima, nell’atmosfera degli esopianeti fino a trovare quei gas come l’ossido di azoto o il metano che potrebbero comprovare l’esistenza di forme di vita. E’ ormai evidente che se c’è vita da qualche parte, avremo a breve gli strumenti per individuarla e con sicurezza.
Eppure avremmo già adesso gli elementi per rispondere affermativamente alla domanda “c’è vita nell’Universo?”, anzi abbiamo dati che attesterebbero vita non elementare ma intelligente nel nostro Sistema Solare. La scoperta dalla sonda Rosetta, sull’asteroide 67P Churinov Gerasimenko, di una struttura con evidente connotazione di artificialità. E’ alta, secondo le nostre stime, più di cento metri, troppo per essere stata lì posizionata dall’uomo. E’ di una evidenza lapalissiana, ma non c’è da parte del controllo missione nessuna comunicazione in merito. .
Il particolare di sospetta matrice artificiale osservato sull'asteroide 67PBen venga quindi questo salto in avanti della Nasa, ma forse è arrivato il momento da parte degli scienziati di abbandonare la prudenza ed avere un po’ più di coraggio, per non correre il rischio di arrivare secondi, dopo altri ricercatori forse meno ufficiali, ma anche meno timorosi di affrontare una verità sempre più evidente e ormai non più occultabile. Le nostre ricerche infatti conducono a forme di vita intelligente che sono già entrate in contatto ed hanno addirittura interagito con l’umanità. Troppi sono per l’appunto gli indizi se non vere e proprie prove che la scienza e i dogmi dominanti sottovalutano o addirittura considerano come pura eresia. Chi avrebbe scommesso solo fino a pochi anni fa che gli scienziati parlassero di universi paralleli, viaggi nel tempo e le apparentemente assurde leggi della fisica quantistica? Un ruolo decisivo giocano i tanti bistrattati e vituperati ufo. Vi enunciamo solo alcuni dati, si proprio così, “dati” incontestabili della presenza di vita extraterrestre già nello spazio prossimo alla terra, ma anche sulla terra stessa. Si tratta di documenti e notizie indiscutibili certe al 100% e che offrono spiegazioni poco “terrestri”:
Il 26 febbraio 1942, Battaglia contro gli ufo a Los Angeles. Un ufo, era stazionario su tale città, fu bombardato da migliaia di proiettili anche di artiglieria pesante senza subire nemmeno un graffio. Le versioni ufficiali parlarono di un pallone sonda. Come è possibile che non si riuscì ad abbattere un misero pallone sonda? Molti testimoni videro l’oggetto “bombardato” fluttuare ed andarsene come nulla fosse successo. Esistono anche alcune foto che mostrano certamente un ufo inquadrato dai riflettori, non perché la foto in sé stessa sia una prova, ma per come si è svolta tutta la vicenda;
30 maggio 1990: ufo triangolare del Belgio. C’è un video in proposito. Si era a pochi chilometri dal confine con l’Olanda. Centinaia di persone e diverse pattuglie della polizia belga guardano sbigottiti per molti minuti le strane evoluzioni di un ufo. Si fecero decollare due F16 i quali si misero subito in contatto radar con l’oggetto volante non identificato. Improvvisamente l’ufo passò in modo assolutamente eccezionale da 300 a 1700 piedi d’altezza ed accelerò da 280 a ben 1700 chilometri orari in un solo secondo. Semplicemente impossibile ed inconcepibile per gli umani;
agosto 1996, Monte di Procida, Napoli: un disco volante volava sopra il paese per diversi minuti. Tantissimi testimoni che ripresero l’ufo con una telecamera a nastro VHS. Le analisi del C.UFO.M. hanno confermato che si trattava di un oggetto volante non convenzionale. Il video su youtube totalizzò circa 100.000 visualizzazioni. Le indagini sul posto hanno confermato l’affidabilità dell’ufo files.
Abbiamo riportato solo tre casi su decine e decine assolutamente inspiegabili. La stessa cosiddetta “archeologia proibita”, tra cui l’archeologia spaziale prima citata, cioè manufatti anche antichissimi o costruzioni impossibili, è ignorata dall’archeologia ortodossa e dagli scienziati accademici i quali si ostinano a negare l’evidenza dei fatti. L’unica ipotesi che tiene è quella di presenze extraterrestri sulla terra. E’ inutile quindi spendere tanti soldi se è la vita aliena che si cerca. Dovremmo piuttosto concentrarci sul modo di comunicare con tali esseri. Un noto astronomo americano Derrick Pitts ha pubblicamente annunciato di volere studiare gli avvistamenti Ufo esattamente come si studiano tutti i fenomeni scientifici. Egli è ricercatore, capo astronomo e direttore dei “Planetarium Programs” presso il Franklin Institute Science Museum a Philadelphia, quindi persona molto qualificata. Gli accademici e la scienza cosiddetta “ufficiale”, vale a dire quella che si accoda ai dogmi imperanti anche contro tutte le evidenze, rifiutano sistematicamente di parlare di Ufo: niente più degli ufo può distruggere immediatamente un prestigio raggiunto in anni di studi, ricerche e dedizione. Gli ovni (altro acronimo degli oggetti volanti non identificati) non possono essere presi sul serio. Oggetti che volano sopra le nostre teste e che incredibilmente l’ establishment ignora come se nulla fosse, e magari i media concedono uno spazio sconfinato agli oroscopi. E la NASA sta ancora parlando di microrganismi. Astronomi, astrofili, politici, religiosi, militari, ci hanno raccontato personalmente e confidenzialmente che vige una consegna del silenzio ferreo. Ma non lo possono proclamare ai quattro venti. Se uno di loro parla pubblicamente di ufo e magari di esperienze personali, si espone pesantemente e viene emarginato e deriso, quasi si parlasse delle streghe. Se anche esponenti della scienza ufficiale come Wang Sichao, astronomo planetario dell’Osservatorio della Montagna Purpurea dell’Accademia Cinese delle Scienze non hanno avuto timore a definire gli ufo “eventi credibili sostenuti dall’osservazione”, allora un problema, o meglio un fenomeno inesplicabile esiste. “Questi fatti” ha anche detto Sichao “non possono essere spiegati con le attuali conoscenze scientifiche”. Dopo molti decenni di studi e ricerche, lo scienziato è poi giunto alla conclusione che non sono stati fatti progressi nella comprensione del fenomeno ufo. Secondo lui, la ragione principale è che il fenomeno ufo è casuale e relativamente raro, spesso scomparendo in pochi secondi. Wang aggiunge che quando i telescopi professionali si mettono in azione e si cerca di inquadrare un ufo questo è già sparito. Così è necessario basarsi sulle informazioni di testimoni occasionali. I telescopi però, aggiungiamo noi, per come sono strutturati non sono molto adatti a seguire eventi ufologici, per cui occorrerebbe studiare gli ufo con una metodologia studiata a proposito. Un approccio piuttosto valido è costituito dallo studio delle luci di Hessdalen in Norvegia dove una equipe di scienziati ha svolto e sta svolgendo un ottimo lavoro, ma le soluzioni sono ancora lontane. Non a caso questi inafferrabili oggetti sono stati immortalati e ripresi anche nello spazio e su astri, e crediamo fermamente che molti ufo siano frutto di tecnologie super evolute estranee a questo mondo. Studiamo astri distanti anche migliaia di anni luce, ma forse la soluzione l’abbiamo sotto il nostro naso, proprio qui in casa nostra.“
Tutta la vita sulla Terra è basata su carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno, e questo fatto potrebbe essere una costante anche per quanto riguarda altri pianeti alieni. Ci sono però altri elementi chimici che potrebbero ipoteticamente costituire la base per la vita, come ad esempio il silicio. Il punto di vista secondo il quale il carbonio è necessariamente la base di tutta la vita sugli altri pianeti, in quanto le sue proprietà chimiche e termodinamiche lo rendono di gran lunga superiore a tutti gli altri elementi, è stato soprannominato sciovinismo del carbonio.
Lo studio scientifico sulla possibile base biomeccanica della vita extraterrestre è noto con il nome di esobiologia o xenobiologia. Per alcuni la vita nell'universo è nata e si è evoluta autonomamente in punti diversi, differenziandosi. Mentre per altri, sostenitori della teoria detta panspermia, la vita è stata generata da un unico tipo di spore che hanno provveduto a una base comune per ogni specie su ogni pianeta.
La questione dell'esistenza di altri mondi come luoghi abitabili si è dibattuta prevalentemente solo dopo l'invenzione del telescopio e la sua diffusione a partire dal XVII secolo (l'idea generale in precedenza infatti era che le stelle e i pianeti - che apparivano come semplici punti luminosi fissati nel firmamento - non fossero veri e propri corpi fisici). Malgrado questo, già nell'Antica Grecia, nel VII secolo a.C., alcuni filosofi intuirono che nell'infinita estensione dell'universo sarebbe stato possibile imbattersi in altri mondi popolati. Diogene Laerzio riferisce ad esempio come Anassagora ritenesse la Luna abitata. Nella sua opera De Rerum Natura (circa 70 a.C.), Lucrezio speculava apertamente della possibilità di vita su altri mondi:
« Pertanto dobbiamo capire che esistono altri mondi in altre parti dell'Universo, con tipi differenti di uomini e di animali. »
Aristotele e Platone tuttavia propugnavano l'unicità metafisica del mondo (inteso come creato). Dopo che il Cristianesimo ebbe preso piede, sulla scorta di Aristotele l'idea di vita su altri mondi venne prevalentemente rigettata, in quanto era vista in contraddizione con la pretesa centralità dell'uomo nel piano della creazione divina, ma rimase comunque oggetto di dibattito nel corso del tempo. Il vescovo di Parigi nel 1277, nell'intento di portare un po' di quiete nel mondo intellettuale assai vivace e per questo propenso a litigi e agli scontri, nell'elenco di 219 proposizioni da rigettare poneva anche quella - di tradizione aristotelica - che negava a Dio la possibilità di aver creato o di creare altri mondi diversi dal nostro (art 34).
L'ammissione, dunque, di tale possibilità appare indirettamente una condizione per poter operare nell'ambito degli istituti della cultura del tempo. Tommaso d'Aquino, in piena egemonia tolemaica, ventilò l'ipotesi di più mondi abitati e perciò bisognosi di redenzione (cfr. III libro delle Sentenze), negando invece quella di altri universi (diversi dall'unico creato da Dio). Il cardinale e teologo Nicola Cusano, nella sua opera più importante De docta ignorantia del 1440, ammetteva la possibilità che Dio potesse avere creato altri mondi con altri esseri razionali in uno spazio senza limiti. Anche questi esseri razionali, egli scriveva, sono creati ad immagine di Dio ed eredi delle promesse di Cristo.
Il filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, condannato come eretico e messo al rogo nel 1600, certamente ammetteva questa possibilità di altri mondi. Bruno in realtà non fu condannato per tale idea (che non è annoverata tra i capi d'accusa della sentenza) che però interessò teologi e filosofi per una certa confusione o identificazione tra mondo e Dio.
La possibilità di vita extraterrestre era un luogo comune del discorso dotto nel XVII secolo, grazie soprattutto alla diffusione del telescopio di Galileo. Nel Sette-Ottocento l'idea che la Luna e gli altri pianeti del sistema solare fossero abitati si era abbastanza diffusa a livello popolare e anche nell'ambito del mondo accademico era una questione seriamente dibattuta, anche da numerosi religiosi e teologi.
Il continuo miglioramento della tecnologia dei telescopi rifrattori, inoltre, faceva presagire nuove imminenti scoperte. L'astronomo francese Camille Flammarion (1842-1925), ad esempio, rimase convinto per tutta la vita che vi fossero altri pianeti abitati, concetto che divulgò nei suoi libri. Flammarion fu anche tra i primi a proporre l'idea che gli esseri extraterrestri fossero davvero alieni, e non semplicemente variazioni delle creature terrestri.
La presunta scoperta dei canali di Marte nel 1877 da parte di Giovanni Virginio Schiaparelli condusse alcuni astronomi, come Percival Lowell, a sostenere la loro origine artificiale e quindi l'esistenza di vita senziente sul pianeta Marte. L'esistenza dei canali venne confutata da osservazioni successive, pur rimanendo viva a livello popolare. Nel 1961 l'astronomo Frank Drake propose, in modo puramente speculativo, l'equazione che prende il suo nome, come tentativo di stimare il numero di civiltà extraterrestri evolute presenti nella Via Lattea.
Dalla fine degli anni quaranta, il dibattito sull'esistenza degli extraterrestri si è ulteriormente diffuso a livello popolare con la nascita dell'ufologia: molti ufologi sostengono infatti che gli alieni visitino regolarmente il nostro pianeta, e gli UFO sarebbero i loro mezzi di trasporto. Le missioni spaziali dalla fine degli anni sessanta hanno mostrato all'opinione pubblica ciò che gli scienziati già sapevano, cioè che la superficie degli altri pianeti del sistema solare è troppo inospitale per sostenere esseri viventi complessi. Più realisticamente l'unico contatto possibile con la vita extraterrestre all'interno del sistema solare sarebbe quello con ipotetici microorganismi su altri pianeti e sulle loro lune. Questo ha spostato il dibattito verso i mondi extrasolari.
Gli scienziati sono alla ricerca di una qualche prova dell'esistenza di vita unicellulare sui pianeti del sistema solare, portando avanti gli studi sulla superficie di Marte ed esaminando le meteoriti cadute sulla Terra. È stata proposta anche una missione per Europa, una luna del pianeta Giove, che si ipotizza possa contenere delle riserve liquide sotto la sua superficie; rimane da verificare, oltre alla reale esistenza di queste riserve, se sono costituite da acqua o da componenti gassosi allo stato liquido a causa delle basse temperature (metano o ammoniaca); sono previste spedizioni di sonde nel futuro per cercare di indagare la cosa.
Nel 1996 è stata scoperta all'interno di un meteorite, ALH 84001, proveniente da Marte, la presenza di una struttura fossilizzata che potrebbe essere compatibile con i residui dovuti al metabolismo di qualcosa simile a batteri. Tuttavia la reale natura di questa struttura (residuo di batteri alieni di un lontano passato o semplice configurazione casuale all'interno del meteorite) è tutta da verificare.
Nel febbraio del 2005, due scienziati della NASA avevano inizialmente riferito di aver trovato quella che essi definivano una possibile prova della presenza di vita su Marte. In particolare, i due scienziati, Carol Stoker e Larry Lemke, si erano basati sul fatto che alcuni segni spettrografici di metano nell'atmosfera marziana sono molto simili al metano prodotto da alcune forme di vita primitive sulla Terra; tuttavia i vertici della NASA smentirono la notizia, e i due scienziati in seguito ritrattarono le loro affermazioni. Nonostante questo alcuni scienziati considerano ancora plausibile l'ipotesi riportando alcune rilevazioni che potrebbero essere compatibili con un'origine biologica del metano su Marte.
Nel maggio del 2011 il geologo Bruno D'Argenio e il biologo molecolare Giuseppe Geraci, accomunati da un progetto svolto per il Consiglio Nazionale delle Ricerche, hanno annunciato di aver scoperto - all'interno di alcuni meteoriti - dei batteri, dalla stampa ribattezzati batteri alieni, i quali, rimasti immobili e inattivi per 2,3 miliardi di anni nelle rocce, una volta estratti si sarebbero risvegliati e riprodotti.
È stato teorizzato che una società altamente tecnologica comunichi attraverso lo spazio grazie alla trasmissione di informazioni in molteplici forme. Progetti come il SETI conducono attualmente ricerche in questo senso, vagliando le informazioni che vengono ricevute dallo spazio attraverso i radiotelescopi, in cerca di onde radio anomale che possano confermare la presenza di vita intelligente. Sia il Seti che il sistema ARCADE in tempi diversi hanno registrato due diversi segnali radio, tra cui il Segnale Wow!, provenienti dallo spazio, entrambi di forma e natura tale da non potere escludere, allo stato attuale delle conoscenze, che non possano provenire da fonte artificiale.
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