Un punto di penalizzazione, due partite senza tifosi (ovvero le ultime due di qualificazione all'Europeo) e 100.000 euro di multa alla Croazia per la svastica disegnata sull'erba prima della partita pareggiata con l'Italia il 12 giugno a Spalato. Lo riferisce la stessa federcalcio croata, che ha definito la sanzione "durissima, la più grave della sua storia": avranno tre giorni per presentare ricorso. Nonostante la penalizzazione la Croazia resta al comando del gruppo H con 13 punti, uno in più dell'Italia e tre in più rispetto alla Norvegia.
Ma cosa è esattamente la svastica?
La parola italiana svastica deriva dalla resa del termine maschile sanscrito, svastika, attestata nella nostra lingua a partire dal 1897.
In sanscrito tale termine possiede numerosi significati indicando, tra gli altri, un "bardo che dà il benvenuto", "un incrocio di quattro strade", "l'incrociare le mani o le braccia sul petto", "un bendaggio a forma di croce", il "gallo", "un oggetto prezioso a forma di corona triangolare" ma, soprattutto, nel significato di "oggetto propizio" o il disegno/simbolo di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti che, secondo la maggioranza degli orientalisti, rappresenterebbe il disco solare.
Il termine sanscrito svastika deriva da svastí (sostantivo neutro; benessere, successo, prosperità) a sua volta composto dal prefisso su- (buono, bene; linguisticamente affine al greco e?, eu- con lo stesso significato) e da asti (coniugazione della radice verbale as: "essere"). Il suffisso -ka forma un diminutivo, per cui svastika è traducibile letteralmente come "è il bene" o "ben-essere".
Il termine "svastica" viene indicato in italiano come sostantivo di genere femminile, è possibile ipotizzare che il suo utilizzo al femminile, in Occidente, derivi dall'errata traduzione in "felicità".
I primi reperti consistenti facenti uso della "svastica" risalgono al Neolitico, anche se esistono alcuni rari reperti persino risalenti del tardo Paleolitico. Il simbolo è stato ritrovato in numerosi frammenti di ceramica nel Khuzestan (Iran) e persino nella scrittura utilizzata dalla Cultura di Vinca nell'Europa neolitica. Altri ritrovamenti risalgono all'Età del bronzo nella zona di Sintashta in Russia e all'Età del ferro nel Caucaso settentrionale e in Azerbaigian. Una "svastica" appare altresì sui ruderi della sinagoga di Cafarnao accanto ad una stella di David.
Alcune svastiche sono presenti nei mosaici delle ville del sito archeologico di Ercolano (Napoli) e distrutte nell'eruzione vulcanica del 79. Anche a Pompei compare spesso come motivo ornamentale: ve ne sono diverse nella decorazione della volta dell'apodyterium (spogliatoio) delle Terme Stabiane.
Diverse svastiche sono presenti nel "Mosaico a cassettoni" della Domus dei Coiedii di Suasa.
Una serie di svastiche è scolpita lungo i quattro lati del sarcofago detto di Stilicone, collocato sotto il pulpito della Basilica di Sant'Ambrogio, a Milano.
La svastica è motivo ricorrente tra le decorazioni a mosaico della Basilica di San Vitale a Ravenna e nel vicino Mausoleo di Galla Placidia e nel pavimento più antico di San Giovanni Evangelista.
La rosa camuna di Carpene (Sellero) presenta una forma a svastica.
Sulla pavimentazione di Ostia antica nei pressi delle rovine del teatro è presente una svastica raffigurante il sole.
Sul tetto interno del duomo di Reggio Calabria sono incise una serie di svastiche lungo tutti gli infissi.
Molte svastiche sono presenti come elementi decorativi e simboli di buon augurio nei mosaici e nei dipinti murali della Villa del Casale di Piazza Armerina in Sicilia.
È un motivo ornamentale ricorrente sulle ceramiche messapiche prodotte tra la metà del VII e il III secolo a.C. nella regione del Salento (Messapia).
Il simbolo è presente sullo scudo di alcuni guerrieri sanniti, in dipinti risalenti al IV secolo a.C.
La svastica compare come simbolo decorativo sulle vesti di alcune figure maschili presenti nei mosaici del quartiere ellenistico-romano situato nella Valle dei Templi di Agrigento.
La svastica compare come simbolo decorativo sulle vesti femminili nella valle dei templi di Paestum (Salerno).
Compare anche come motivo decorativo vascolare su antichi vasi greci.
La svastica compare come motivo ornamentale nella pavimentazione a mosaico di un edificio termale romano all'interno della zona archeologica di Velia, l'antica Elea, nel comune di Ascea (Salerno).
La svastica compare su pavimenti a mosaico romani conservati al Museo di Santa Giulia di Brescia.
In ambito buddhista il simbolo dello svastika indica il Dharmacakra, la "Ruota della dottrina".
Nel Buddhismo cinese il carattere ? o ? o anche ? (wàn, giapp. man) rende il termine sanscrito svastika (reso anche come ????? saifúxidijia) con il significato di "10.000" ovvero di "miriadi" o "infinito" o "tutte le cose" che si manifesta nella coscienza di un buddha (?, Fó); per tale ragione esso è spesso posto nelle statue rappresentanti un buddha sul suo petto all'altezza del cuore.
Nel Buddhismo Zen il carattere ? o ? rappresenta il ??? (busshin-in) ovvero il "sigillo della mente-cuore del Buddha" trasmesso da patriarca a patriarca nel lignaggio di questa scuola.
In ambito giainista il simbolo dello svastika è uno dei ventiquattro segni propizi ed è simbolo del settimo Arhat e della presente avasarpi?i.
In ambito induista il simbolo destrorso (?) è associato con il Sole e con la ruota del mondo che gira intorno ad un centro immobile, e quindi emblema di Vi??u (e perciò anche di K???a). La B?hat Sa?hita (VI secolo d.C.; al LV,5) sostiene che lo svastika debba essere apposto all'ingresso dei templi.
Secondo lo studioso ed esoterista francese René Guénon esso rappresenterebbe il "Principio originante" della realtà nella sua azione vivificante-ordinante (il Verbo greco o l'O? hindu). È in altri termini un simbolo del "Polo" o del "Centro", analogo all'Axis Mundi, del principio inamovibile che è presente in tutte le cose e si esprime in esse come vita originandole, e al quale tutte le cose tornano.
La "svastica" fu in uso anche presso popolazioni diverse, per esempio presso molte tribù di nativi americani come i Navajo che lo avrebbero però eliminato dalla loro tradizione durante la seconda guerra mondiale rifiutando ogni accostamento con la simbologia nazista. La svastica compare altresì nell'arte popolare dell'Estonia e della Finlandia, mentre presso i Prussiani si suppone che abbia dato il nome al dio-sole Suaixtis.
Negli anni trenta e quaranta del XX secolo la Suomen ilmavoimat, l'aeronautica militare finlandese portava sulla coccarda una svastica di colore azzurro. La svastica venne altresì riproposta dai teosofi alla fine del XIX secolo. La sua odierna notorietà è, infatti, legata alla sua adozione da parte del partito nazionalsocialista tedesco e, successivamente, del Terzo Reich.
Prima dell'avvento del nazismo, la svastica era già stata utilizzata in Germania dai movimenti che si rifacevano all'ideologia etno-nazionalista Völkisch. Il primo uso documentato come simbolo ariano fu quello di Adolf Lanz che la utilizzò per comporre la bandiera del suo Ordo Novi Templi, un'organizzazione parareligiosa che propugnava le tesi dell'ariosofia. La bandiera gialla dell'ordine mostrava una svastica rossa attorniata da quattro gigli araldici dello stesso colore.
Guido von List adottò la svastica come simbolo del neopaganesimo in Germania, idea seguita dalla Società Thule. Su suggerimento del Dr. Friedrich Krohn della Thule Society, Hitler adottò la svastica all'interno di un cerchio come simbolo del partito Nazista nel 1920. I ricercatori francesi Louis Pauwels e Jacques Bergier scrissero in Le Matin des Magiciens (1962), che Karl Haushofer avrebbe convinto Hitler a scegliere la croce uncinata come simbolo del nazismo. Haushofer, appassionato di cultura giapponese e indiana, tornato a Berlino nel 1918, avrebbe anche fondato la Vril-Gesellschaft, la cui esistenza non è però supportata da alcuna fonte storica.
Il presentare la svastica da parte dei nazisti come simbolo identificativo scandalizzò vari membri del Collège de sociologie parigino, tra i quali Georges Bataille e Pierre Prévost. Scrive quest'ultimo: «...tanto più che noi tutti provavamo disgusto per tutto ciò che poteva venire dall'hitlerismo. A scandalizzarci in questo movimento era, tra l'altro, l'accaparramento della croce uncinata che evoca l'idea di sacralizzazione. Questo simbolo solare Bataille lo avrebbe adottato volentieri, per il significato eracliteo che gli riconosceva. Ma il movimento hitleriano nella sua totalità era giudicato da lui e da noi tutti come un mostruoso tentativo schiavista, mirante a una ricomposizione "monocefala" della società».
Alla fine dell'Ottocento, alcuni studiosi tedeschi ipotizzarono che le genti germaniche discendessero direttamente da un antico popolo indo-iranico, quello degli ari. Gli ari furono allora indicati come i progenitori di una presunta “razza pura” (la “razza ariana”).
Due errori clamorosi. In questo popolo, però, confusero erroneamente popolazioni diverse, che di comune avevano solo la lingua. Con un secondo errore, gli stessi studiosi credettero che la svastica (la croce uncinata) fosse stata inventata dagli ari. E fu per questo motivo che essa venne adottata da alcuni gruppi antisemiti intorno al 1910, e poi dal nascente partito nazista, come simbolo di “arianità”, cioè di purezza della razza.
In realtà la svastica è un simbolo molto più antico e diffuso, con lievi varianti di forma, dalla Mongolia alla Cina, all’America centrale, al bacino mediterraneo (Susa, Creta, Troia, Cipro). Rappresenta il sole che ruota nel cielo, recando un augurio di fertilità e di benessere.
Il termine Svastica derivato dal sanscrito swastika, significa salute. È il più antico simbolo sacro della razza indoeuropea è la Croce gammata o uncinata. La Svastica é formata da quattro braccia uguali terminate da segmenti o uncini ad angolo retto da destra a sinistra, che danno alla figura il senso del movimento. La Croce uncinata, simbolo antichissimo originato dalla stilizzazione della ruota semplice o raggiata, è rappresentata sulle ceramiche elamite, sugli idoli femminili di Troia, sui vasi di stile geometrico del Dipylon e su quelli rodii, su statuette fittili, utensili e fibule della Beozia, sui vasi cinerari e le urne a capanna del periodo villanoviano in Italia. A volte la Svastica appare in forma curvilinea a doppia “S” incrociata, come in certe decorazioni micenee. Nelle figurazioni indiane la Svastica appare al posto del Sole, come simbolo di benessere e di vita. Nel Tibet i lama rossi della setta Bon avevano adottato una Svastica con segmenti a senso inverso da sinistra a destra.La Svastica è anche praticamente formata da quattro eliche che partono da un centro comune per comporre una specie di ruota, quella della creazione e del divenire. Infatti il movimento delle eliche riproduce la corsa solare, la rigenerazione permanente della natura.
Questa mette ordine nel caos originario, portando dalla potenza all’atto il quaternario degli elementi. Questi ultimi, emanazioni immediate della Causa produttrice, corrispondono alle eliche della Svastica, il cui braccio verticale ingenera simultaneamente l’Aria e la Terra, mentre da quello orizzontale si dipartono il Fuoco e l’Acqua. Questi due ultimi elementi occulti agiscono l’uno in senso ascendente e dilatatorio, l’altro inversamente, nel senso del flusso e della costrizione. Entrambi rientrano nella categoria della passività (tratto orizzontale della croce), per determinarvi le alternanze del moto vitale. Gli altri due elementi sono invece i risultati passivi di un intervento attivo. L’uno corrisponde alla volatilità, alla leggerezza che ha conquistato le altezze dove ormai plana. L’altro si è formato dal deposito di sedimenti pesanti che, diventando sempre più spessi e densi, si sono solidificati. Le Svastiche fanno parte dei simboli rappresentanti la sapienza. La Svastica rappresenta il potere divino, il moto dell’Universo e del Sole. Si possono trovare Svastiche sui batik indù, nell’iconografia delle popolazioni americane precolombiane, in Africa e nell’Europa celtico-germanica.
La svastica è considerata come signore Ganesha, di alcune sette del popolo indù ed è adorata per portare la buona fortuna o fortuna. Alcune persone credono che Croce di svastica rappresentare Dio e creazione. Essi considerano che le braccia piegate in quattro stanno per le quattro finalità umane (purushartha) – rettitudine (dharma), ricchezza (artha), amore (kama) e liberazione (moksha). È un emblema persuasivo del Sanatana Dharma (la verità eterna). Svastica rappresenta anche la ruota del mondo, dove l'eterna vita continua a cambiare da uno punto ad un altro, intorno al centro fisso, Dio.
Nell'induismo, la svastica (senso oraria) destra è uno dei simboli del sole e del dio Vishnu, 108, mentre la mano sinistra (senso antiorario) svastica rappresenta la notte, dea Kali e magia. È anche considerato come un simbolo del muladhara chakra, il centro di coscienza alla base della spina dorsale.
Proprio come gli indù, i buddisti utilizzato anche la svastica per contrassegnare l'inizio di testi buddhisti come lo considerano come un simbolo dell'armonia universale, prosperità, pluralità, buona fortuna, abbondanza, dharma, fertilità, lunga vita e l'eternità. In diverse parti del mondo, la svastica è dato un significato diverso da buddista. Per esempio, In Tibet, la svastica era una rappresentazione grafica dell'eternità. Ci sono simboli di buon auspicio 65 sull'orma del Buddha e la svastica è considerata come il primo. Si trova anche il simbolo della svastica improntato sul corpo, palmi, petto o piedi del Buddha. È usato per contrassegnare l'inizio dei testi sacri o come decorazione abbigliamento. Il buddista in India, si consideri la svastica come "Il sigillo sul cuore del Buddha".
Da tempo antico, svastica è considerato come nobile, che è prominente nella maggior parte delle culture nel corso della storia. È anche il simbolo più gradito degli ariani.
La Svastica è uno dei simboli più antichi e complessi, preistorico e universale a eccezione di alcune parti dell’Africa e della Mesopotamia; trovata in tutta l’Asia e nella civiltà pre-aria della Valle dell’Indo, usata ampiamente da Jaina, Buddisti e devoti di Visnù; presente ovunque nell’America pre-colombiana, sia settentrionale che meridionale, frequente fra gli Ittiti; trovata sulle terraglie a Cipro e a Troia; apparsa relativamente presto nell’Europa centrale, occidentale, settentrionale, in Islanda, Lapponia, Finlandia, nell’Irlanda e Scozia pre-cristiane e presso i Briganti in Inghilterra, associata alla pagana Brigit o Bride.
La svastica non apparve in Egitto fino a pochi secoli prima della nascita di Cristo, mentre non comparve affatto nell’Africa Centrale e nella Mesopotamia meridionale. Secondo alcune interpretazioni, però, Oro e altri dei con quattro facce erano un simbolo corrispondente alla svastica, mentre, secondo il conte Goblet d’Alviella, la svastica, la crux ansata e il disco alato erano fondamentalmente lo stesso simbolo, ragion per cui si escludevano reciprocamente, dividendo il mondo antico in due zone, per quanto riguarda il simbolismo: la svastica predominò in «tutto il mondo ario, a eccezione della Persia; la crux ansata e il cerchio alato non riuscirono mai veramente ad affermarsi».Come antico simbolo degli Arii, si è ritenuto che fosse una rappresentazione aniconica della loro divinità suprema, il Sole, e di Dyaus, il dio del cielo, ed è prevalentemente considerata un simbolo del sole poiché accompagna spesso il disco solare. Il suo esatto simbolismo, però, è sconosciuto ed è stata interpretata in vari modi: come il sole ruotante, la ruota raggiata del sole di mezzogiorno, il carro del sole, il Polo e il movimento di rivoluzione delle stelle intorno a esso, i quattro punti cardinali, i quattro quarti della luna, i quattro venti e le quattro stagioni, un vortice, il movimento di rotazione intorno al mondo, il Centro, la forza creativa in moto, la generazione dei cicli, la rotazione della ruota della vita, la croce, sui cui quattro quarti il potere solare ruota convertendola in cerchio, in analogia con l’inserimento del quadrato in un cerchio e del cerchio in un quadrato; la croce le cui linee verticali e orizzontali raffigurano lo spirito e la materia e i quattro gradi dell’esistenza.
È stato anche ipotizzato che la svastica sia una forma umana stilizzata composta da due braccia e due gambe, o l’unione dei principi maschile e femminile; il dinamico e lo statico; mobilità e immobilità; armonia ed equilibrio; le due fasi complementari del movimento, centrifugo e centripeto, inspirare ed espirare, uscire dal centro e tornare a esso, inizio e fine. Secondo altre interpretazioni simboliche, sarebbe una versione del labirinto; acqua in movimento, o una possibile rappresentazione della saetta biforcuta, essendo formata dalle due Z del fulmine; i due stecchi per il fuoco e il movimento vorticoso della ruota del fuoco; i due bastoni ricurvi portati dalla Regina Vedica Arani per produrre il fuoco; oppure il cabalistico Alef, che simboleggia il movimento primordiale del Grande Respiro che fa turbinare il caos nel centro creativo; oppure il sole- serpente scandinavo in doppia forma. Altri ritengono che la svastica fosse formata dall’attraversamento del meandro, oppure fosse una variazione della Tau in forma di croce. Secondo un’altra interpretazione, rappresenterebbe due braccia incrociate sul petto e sarebbe quindi simbolo di sottomissione e rassegnazione. Essendo stata raffigurata insieme col principio femminile, si è ipotizzato che rappresenti le quattro fasi lunari; è invece associata prevalentemente ai simboli solari e generativi quali il leone, l’ariete, il cervo, il cavallo, gli uccelli, il loto. Si trova su altari, sagome, abiti da cerimonia, urne, vasi, utensili, ceramiche, armi, scudi, vestiti, monete e fusi; in quest’ultimo caso si ritiene che raffiguri il movimento vorticoso del fuso. In tutte le circostanze è un simbolo di buon auspicio, buona fortuna, buon augurio, benedizione, longevità, fecondità, salute e vita. Vi sono due forme di svastica, che si ritiene simboleggino il maschile e il femminile, l’aspetto solare e quello lunare; il movimento in senso orario e antiorario; inoltre, forse, i due emisferi; i poteri celesti e ctonii; il sole nascente, primaverile e il sole calante, autunnale. Prove che la svastica orientata in senso antiorario sia femminile sono date dalle immagini di Artemide e Astarte, dove è raffigurata sul triangolo della vulva. In Cina le due svastiche sono usate per raffigurare le forze yin e yang. Le svastiche sovrapposte, chiamate talvolta «Nodi di Salomone», simboleggiano l’imperscrutabilità e infinità divine. La svastica col simbolo della chiave assume anche il simbolismo di quest’ultima.
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